Avevo cominciato col dire Sandro Chia, ma era un tanto per
intendersi. Sì, perché vado a vedere qualche opera del transavanguardista,
e il ritratto fattomi da Nicolò non ce lo trovo. Forse i colori mi avevano
ingannato? E di primi piani, poi, almeno nella Trans-avanguardia italiana,
proprio non me ne ricordo (qualcosa in Clemente?). Avevo aggiunto, già in
prima battuta, alcuni nomi della Trans-avanguardia (se così si può dire)
internazionale. E cioè Anzinger, Barcelò, Schnabel. Siegfried Anziger è pittore austriaco, vagamente depisisiano nei colorini e nella froceria dei
soggetti. Spetta che guardo bene… No, non è lui. Barcelò
è spagnolo o ancor più probabilmente catalano. Buon per lui ma non per noi,
che anche qui facciamo abbastanza cilecca. Fuochino invece con l’americano
Julian Schnabel. Lo recupero, come i due
precedenti, dal catalogo della mostra napoletana “Terrae
motus” di Lucio Amelio. Il suo “Velo di Veronica”
finalmente funziona. Tal quadro rappresenta il Cristo Morto mentre la
Veronica pietosamente lo ricopre col Velo. Ecco, nel Volto Santo di Schnabel (forse non del tutto dimentico della Sindone)
ritrovo un poco il mio ritratto. Che appunto così parametrato mi appare per
la prima volta come Maschera Funebre. (Non si capisce bene se gli occhi
sono aperti o chiusi). Andiamo avanti. (Senza dimenticare che per provare
il collegamento Schnabel-Costa c’è voluto un anno
di mezzo, un cambio d’anno). Più sopra ho scomodato il nome di De Pisis:
vediamo perché. Because Costa in certi acquerelli
precedenti un po’ ricorda il Marchesino pittore. Ehm… Ma qui
, in questo ritratto? Ma, i colorini
depisisiani non ci sono, e se ci sono si sono modernizzati. Il disegno, no,
non direi. O chissà? Il soggetto? Doppio ehm. Il segno, diciamo la
pennellata, prima di Natale l’avevo di sfuggita considerato Informale
(Pollock). Almeno per il fondo. Anche qui, forse, mi fregava la conoscenza
dei quadri astratti di Nicolò (dove ancor più di Pollock si può trovare,
adesso mi viene in mente, Twombly). Dopo Roma mi
avvicino al ritratto, ancora steso ad asciugare, e cosa non ti scopro? La
spatolata Futurista! Ma è un attimo, corro a compulsare (in ordine
alfabetico) Balla, Boccioni, Carrà e quella spatolata non la trovo. Allora
è cubista! Neanche, i Picasso e i Braque del 1910 non me la passano.
Sconfortato dal segno (anzi, dalla linea, come avrebbe detto Roberto
Longhi), provo ad arrabattarmi intorno al colore. Il ritratto visto da
lontano suona effettivamente 1/2 Informale e 1/2 Post-Trans-Avanguardia
“International”, ma tutto questo potrebbe sembrare molto amerikano, molto
settentrionale, invece, ecco, i colori sono quelli italiani, partono
(effettivamente) da De Pisis e passano, sicuro, dai soliti nostri Romani:
Festa-Angeli-Schifano. Quanti nomi ho dovuto enumerare per il mio immodesto
ritratto? Chia, Clemente, Anzinger, barcelò, Schnabel, de Pisis,
Pollock, Twombly, Balla, Boccioni, Carrà,
Picasso, Braque, Festa. Angeli, Schifano. Totale: 16. Aiuto! Chiamatemi l’artista!
Camillo Langone
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