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"PUSHE
27" rivista di costume e arti figurative |
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"ARCANA, la luce
dell'immenso" |
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E’ un viaggio avventuroso
quello che mi consentono le immagini che ho sul tavolo. Dal fanciullino
con il grande cappello che scruta dolcemente interrogativo attraverso le
foglie di edera, al coro di angeli, all’aviatore assorto, al milite
eroicamente caduto, alla giovane donna accarezzata da una lama di luce,
alle anime inquiete. Dal tutto tondo allo stiacciato di donatelliana
memoria, al mosaico di sapore bizantino. Dalla figura isolata al gruppo di
più imponenti proporzioni…
Sul posto trovo conferma che il meccanismo di sradicamento messo in atto
dall’obbiettivo fotografico riesce con efficacia. Si avvia il congegno che
governa la corrispondenza tra le parti e il tutto, così la selezione
dell’inquadratura consente di rileggere le immagini e conferisce loro
significati ed espressività diverse. “Il luogo è lo spazio in cui qualche
rito si manifesta” ci ricorda Giuseppe Mazzariol. Questi frammenti sono lo
strumento per mezzo del quale i pochi attimi della visione possono
condurre oltre la soglia della pura consistenza materica e l’iconografia
trasfigura in pura rappresentazione della forma. |
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"GIARDINI
SEGRETI DI PARMA"
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Nicolò Costa ritrae quel vuoto segreto
racchiuso nelle corti private e così stabilisce l’ordine tra le parti ove
privilegia la rappresentazione -anche attraverso figure in primo piano- di
elementi che raccontano e sottolineano l’assenza: un luogo per giocare
intravisto tra il fogliame colorato che, privato di presenze umane, le
evoca; una madonna coronata di stelle che nelle
mani giunte in preghiera, regge un rosario, di cui l’ha ornata una mano
gentile, alla quale si allude; e ancora, alcune sedie e sdraio sparse su
un prato, appaiono disposte per una conversazione lieta, l’immagine
rimanda ad un tempo trascorso o atteso che narra l’evento negli incavi
lasciati dai corpi nei sedili di tela. E poi la tela del pittore che lì
occasionalmente disposta rimanda all’ideazione e alla gestualità
(dell’uomo), e infine tra molte altre visioni mi piace osservare il muro
di sassi del torrente, ove i ganci sostengono paioli di rame, narrazione
di gesti dimenticati che restano lì, senza tempo e senza più significato:
appesi. |
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