GIARDINO OCCIDENTALE ORIENTALE
sulle orme di Goethe il giardino come linguaggio universale
 


Damasco figlio di Ermes e della ninfa Alimede, emigrato dall'Arcadia in Siria dove fondò l'omonima città.
Compagno di Dioniso, lo seguì nella conquista dell'India dove, per aver tagliata una vite piantata dal dio, fu da lui stesso scorticato, nel luogo dove poi sarebbe nata la capitale della Siria.
 

Aretusa ninfa d'Acaia, compagna di Artemide.
Un giorno, dopo aver cacciato con più ardore del solito, incontrò un fiume dalle acque chiare e fresche, e desiderò bagnarvisi. Alla sua vista Alfeo, il dio del fiume, si innamorò. Spaventata, si nascose in una nube.
Poi per  vie sotterranee raggiunse l'isola di Ortigia dove si trasformò in fonte.


 
 

Cete è un re dell'antico Egitto, che aveva il potere e la sapienza di trasformarsi in ogni sorta di essere, animale o albero, o negli elementi fuoco, terra, acqua, aria.
Questa magia, si dice, gli derivava dalla "scienza della respirazione", dono ricevuto dagli dei.

 

Taigeta, figlia d'Atlante e di Pleione, è una delle Pleiadi.
Ebbe un figlio da Zeus, Lacedemone, ma cedette al al dio solamente una volta svenuta. Quando ritornò in sè, vergognandosi, si nascose sotto il monte Taigeto.

 

 
“La foglia di quest’albero, venuto dall’oriente al mio giardino, consente di gustare sensi occulti, edificando il saggio.” Così verseggiava Goethe nel suo esotico gemellaggio Divan occidentale-orientale, quando l’età ormai matura lo avvicinava sempre più alla religione persiana antica i cui fondamentali erano “tirare con l’arco e dire il vero”. Azioni pure e semplici che rappresentano il vivere primordiale dell’uomo, quando l’animo era guidato dalla sola natura. Pure proprio come il sorgere del sole, a cui tutti potevano avere accesso in un rito intimamente edificante.
     
Il povero usciva dalla capanna, il guerriero dalla tenda e la più religiosa delle funzioni, cioè il solo esistere, era compiuta.

Come il grande tedesco ha innalzato il sublime lirismo dell’antico oriente a linguaggio universale, esaltiamo il giardino come elemento di riflessione estetica e filosofica. Una natura addomesticata che
avvicina l’uomo al miracolo della vita, un magico scrigno nell’inquieta ricerca dell’universale, un luogo di
felicità per il corpo e per la mente, un regno equilibrato dove natura e artificio incoraggiano la meditazione.